Prendi la Beirut della tua fantasia, o per lo meno della mia: case bianche, basse, tendenzialmente tenute male o in rovina, perche’ vecchie. Aggiungi un mix di europa a caso, un quartiere etnico di Parigi o di Berlino, il meraviglioso gusto anglosassone per il 24/7, nei mini market con beni di prima necessita’ e cibo sempre ovunque cosi’ che non devi mai pensare all’orario per mangiare o acquistare cose: lo fai di continuo. Mettici un po’ di tamarrume nei negozi, con abbigliamento tamarro e musica ad alto volume, tamarra pure lei. Di fianco a mercatini di alimentari e vestiti e cianfrusaglie tipo pulci o senigaglia. Somma una nuova zona business con i grattacieli verso Sud, tipo Manhattan, e il litorale con spiaggia e alberghi chiari per tutta la lunghezza che spuntano come funghi tipo non so, Miami o Cancun.
Non e’ finita: c’e’ tutta la parte piu’ araba, verso sud a Jaffa, la citta’ vecchia, dove sei quasi davvero nel medio oriente e poi la via con i locali da venerdi sera (che qui cade il giovedi), tipo Ticinese, un altro quartiere che negli anni 90 era infestato dai giovani artisti ora diventato l’unica zona pettine (ma non patinata) che ho visto della citta’, con case tenute bene e locali ordinati e bellini, metti Brera (oddio…) o magari Soho o il Greenwich Village prima ancora, e le zone emergenti alla stregua dell’Isola.
Ecco un’idea sommaria di Tel Aviv dopo poco piu’ di ventiquattro ore. Sgarruppata, vecchia e in costruzione con qualche cosa (poco) di antico e un sacco di roba semi-nuova, un mix di mix che ho visto raramente, forse mai. Confortevole comunque, un sacco di spunti originali pur nel suo essere in realta’ un insieme di cose gia’ viste. Di sicuro non e’ mai, mai, patinata, nemmeno nei luoghi piu’ “chic”, la cosa mi piace.
Ho pianificato il resto del viaggio, se mi confermano un volo domani parto per il sud e domani compro una macchina fotografica.
Stasera, intanto, balagan@TA.